Oggi a casa Chiaramella prepariamo un piatto che è perfetto per le giornate fredde, il pollo al vino francese (coq au vin).
Un paio di settimane fa – ve lo ricorderete -, durante il lungo week end dell’Epifania, in parecchie zone d’Italia è caduta la neve. Per fortuna, qui a Senigallia, la neve non è arrivata. Di certo però ha fatto talmente freddo che, per la maggior parte del tempo, ho pensato bene di starmene rintanata dentro casa. Del resto, se mi conoscete anche solo un pochino, sapete che per me ogni scusa è buona per starmene a casa con i miei fedeli compagni, divano e copertina.
Qualche anno fa, anche quì a Senigallia, ci sono state abbondanti nevicate che, per qualche giorno, hanno davvero paralizzato la città. Per un paio di giorni non sono neanche riuscita ad arrivare al lavoro perché i mezzi funzionavano a singhiozzo. Di quei giorni potrei dire di ricordare solo i vari disagi. Ma non sarebbe vero. Una nevicata improvvisa, secondo me, ha anche dei lati positivi. Ok: all’inizio si è tutti portati ad arrabbiarci, a pensare ai fastidi, ai giorni di lavoro persi, alla necessità di starsene tappati in casa. Ma dopo un po’ ci si rende conto che forse qualcosa di buono c’è.
Io ricordo che il primo giorno ci ho messo tre ore a tornare a casa perché il traffico era impazzito. Però ricordo anche la piacevolezza di varcare la soglia, percepire il tepore, potersi liberare degli indumenti pesanti, togliersi le scarpe bagnate. E soprattutto la piacevolezza di spegnere la luce e mettersi dietro i vetri a guardare la neve che cade. Così. Al buio. E in silenzio. Con quel misto di panico e curiosità, mentre siamo lì che pensiamo “Chissà quanta ne troveremo domattina”.
L’indomani mi sono svegliata e, seppure colpita dal panorama mozzafiato, un pochetto mi sono innervosita per il fatto di non poter andare al lavoro. Poi però ho pensato che non potevo fare nulla per cambiare la situazione e quindi mi sono trovata qualcosa da fare. Mi sono messa a spalare la neve dal balcone. Vista la fatica del mattino, mi sono preparata un buon pranzetto e me lo sono gustato con calma. Nel pomeriggio credo di essermi definitivamente resa conto che era inutile agitarsi, che potevo rallentare e che potevo utilizzare questo imprevisto per prendermi un momento di riposo. E quindi ho fatto un pisolino, ho letto un buon libro, ho guardato un po’ di tv. Insomma…mi sono rilassata.
Cioé: è un po’ come quando viene l’influenza. Non era nei nostri programmi ammalarci e di certo non ci rende felici. Quando, però, il peggio è passato e ci sentiamo un po’ meglio, la convalescenza diventa un’occasione per godersi un inaspettato riposo. Tanto più che siamo fisicamente troppo deboli per fare alcunché e quindi abbiamo la scusa per leggere riviste di gossip, guardare improbabili trasmissioni in tv e farci coccolare da qualcuno lagnandoci in continuazione e chiedendo la spremutina d’arancia che abbiamo bisogno di vitamina C. Certo con la neve non possiamo abbassarci a tanto se non vogliamo farci mandare a quel paese da chi condivide la casa con noi, ma qualche sfizietto possiamo togliercelo.
I giorni successivi sono riuscita a fare due passi e ovviamente ho sfogato le mie frustrazioni con una bella battaglia di palle di neve. Ho avuto anche modo di sfoggiare un vecchio piumino russo stile “Yeti” del peso medio di 50 chili proveniente – nientepopodimenochè – da un vero russo che lo aveva venduto a mia cugina alla Fiera del Levante di cinquant’anni fa. Sono soddisfazioni! Almeno, ogni volta che lo vedo nell’armadio, non devo più pensare “Ma questo catafalco cosa lo tengo a fare?” Senza contare che con la battaglia di palle di neve si bruciano calorie e si fa un po’ di movimento, cosa che, per quanto mi riguarda, non è sempre nelle mie priorità.
Insomma, i ritmi cambiano, si rallentano. Inaspettatamente. E però, quando state per abituarvi alla lentezza, ecco che si deve tornare al lavoro. Purtroppo funziona così.
Nei giorni di forzata clausura, l’ideale è dedicarsi a qualche piatto che richiede una cottura più lenta. Del resto, siamo lì, senza poter fare niente! C’è tutto il tempo per poter aspettare pazientemente. Vi mettete vicino alla finestra, guardate la neve che cade e ascoltate la pentola sobbollire dolcemente sul fuoco.
E’ quello che ho fatto io nei giorni del grande freddo. Ho preparato un classico della cucina francese, nonché un classico dei piatti cosiddetti “a cottura lenta”. Il coq au vin per dirlo alla francese o pollo al vino se siamo irrimediabilmente nazionalisti. Al di là delle terminologie, il pollo è davvero strepitoso. E io non sono una dai facili entusiasi, specie sui secondi. Non credevo potesse essere così buono. Non amo molto le preparazioni di carni con il vino. Se il vino si sente troppo, tendo a trovare il gusto un po’ stomachevole. Non è così per questo pollo. La marinatura notturna nel vino rende la carne tenerissima e molto saporita. E anche le verdure di accompagnamento assorbono il buon sapore del pollo nella fase di cottura. Provatelo! Davvero! Non ve ne pentirete. Eccovi quindi la ricetta del pollo al vino alla francese (coq au vin).
Pollo al vino francese (coq au vin)
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INGREDIENTI (per 4 persone):
- 1 pollo a pezzi da 1,3 kg
- 100 g di pancetta dolce a dadini
- 12 cipolline sbucciate
- 12 funghi champignon
- 1/2 bottiglia di vino rosso
- 50 ml di Cognac
- 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
- 300 ml di brodo vegetale
- 1 mazzetto di prezzemolo
- 1 mazzetto di timo
- 1 foglia di alloro
- 1 cucchiaio di farina
- olio evo
- sale
- pepe
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COME SI FA:
- Sistemate i pezzi di pollo in una terrina con il vino, la foglia di alloro, il timo, una presa di sale e una macinata di pepe. Fate marinare per una notte in frigorifero.
- Mettete a scaldare il brodo vegetale. Mentre il brodo si scalda, mettete sul fuoco una padella, scaldate un filo d’olio con metà del burro e rosolatevi la pancetta, le cipolline e i funghi. Lasciate che prendano un po’ di colore e teneteli da parte.
- Sgocciolate ed asciugate il pollo dalla marinatura e rosolatelo nella padella con il resto del burro.
- Trasferite il pollo in una casseruola di ghisa o di ceramica e unite il brodo caldo. Sciogliete con il Cognac le parti caramellate sul fondo della padella e aggiungetele al pollo. Unite, quindi, le cipolline, i funghi e la pancetta. Aggiungete il concentrato di pomodoro.
- Cuocete a fuoco dolcissimo per 45 minuti. Regolate di sale e pepe e profumate con una manciata di prezzemolo tritato.
Chiarina… quanto mi piace il pollo cosi, in bianco non lo immagini…. lo adoro… a mia mamma lo faccio sempre preparare con un trito di sedano e carote.. (tanto sedano e tante carote) che poi fa andare in olio rosolando il pollo e sfumandolo col vino .. oddio è buonissimo…
sai che forse devo riposarmi un pochino….anche io?
che ho un mal di stomaca pazzeschissimo oggi,… e un gran sonno…
hai ragione però…sai..
che è inutile molto spesso prendersela, con il tempo, l’influenza o con quelle situazioni che ci capitano così inaspettate e che deviano i nostri programmi.. credo sia tanto meglio fermarsi e godere del momento….
un bacino chiaretta e… ti seguo io, anche silenziosa! 😉
Manu…
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Cara la mia piccola Manu sull’argomento riposo potrei scrivere un trattato…anche io ne ho tanto bisogno. Anche la mia mamma fa il pollo con il vino come la tua. Solo non ci mette sedano e carote. Però è davvero buono buono. Sono contenta che tu mi segua…grazie. e riposati…
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Da provare! Non mi piace particolarmente il pollo, ma cucinato così deve essere davvero buonissimo e soprattutto tenero! 🙂
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Hai ragione Luisa…anche io non ero sicura che il risultato fosse di mio gusto ma mi sono ricreduta…perché non provi a farlo con un’altra carne di tuo gradimento? Secondo me si possono ottenere lo stesso buoni risultati. A presto.
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Lo proverò col pollo, così rimane più leggero! 🙂
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