“Se questo fosse un mondo perfetto e la chirurgia un Miracolo con l’iniziale maiuscola, ci sarebbero interminabili liste d’attesa per il trapianto del secolo: la testa raziocinante dei quarant’anni cucita sul corpo scattante dei venti. Già, perché l’autostima rappresenta per la maggior parte di noi una conquista tardiva e strasudata. È la meritata quiete dopo anni tempestosi a credere di non essere abbastanza…”
Principesse si diventa – Cinzia Felicetti
Oggi a casa Chiaramella, per festeggiare il mio compleanno, prepariamo gli spaghetti con cipolle di Tropea caramellate.
Il 13 agosto è stato il mio compleanno. Ho compiuto 38 anni. Mamma mia, mi sto avvicinando pericolosamente ai quaranta. A proposito dei quarant’anni…vi ricordate il modo di dire secondo cui “la vita inizia a quarant’anni”? Beh, più passa il tempo e più mi convinco che forse quel detto non si allontana molto dalla verità.
Quando ero più giovane pensavo che significasse che a 40 anni la gente capiva che stava invecchiando e si dava alla pazza gioia. Adesso mi sono resa conto che non significava quello. Ad illuminarmi è stata nientepopodimenoche…un’astrologa. No, no! Non sono una di quelle che va a farsi leggere i tarocchi o cose del genere. È solo che un periodo mi ero appassionata all’astrologia psicologica, cioè quell’astrologia che studia i caratteri delle persone in base al segno zodiacale, e avevo frequentato un breve corso che forniva qualche nozione base. Insomma…un modo come un altro per passare il tempo.
Una volta la mia insegnante ha detto che il vero carattere della persona viene fuori all’incirca a quaranta anni e che il processo è analogo a quello con cui si sfoglia una cipolla. E questo sotto un duplice aspetto: da un lato nel senso che piano piano vengono fuori i caratteri essenziali della persona e dall’altro nel senso che la persona capisce cosa conta davvero nella vita e quali sono le cose importanti.
Sulla mia pelle posso dire che è davvero così. In tutta onesta sul secondo aspetto ho ancora qualche dubbio ma sul primo credo di aver raggiunto un certo numero di certezze. Insomma: sono fatta in un certo modo. Il mio carattere è fatto in un certo modo. Ci sono cose che non sono mai cambiate e mai cambieranno. E non ha senso cercare di cambiarle. Questo non significa che non mi sforzerò di migliorare. Significa solo che mi conosco di più e tutto sommato mi accetto. A volte mi piaccio anche. Non parlo di cose trascendentali, ma anche di cavolate, che però mi contraddistinguono.
Tanto per dirvi due sciocchezzuole in ordine sparso così come mi vengono in mente, potrei confessarvi allegramente che…
- Penso che le persone che arrivano in ritardo senza un motivo e senza avvisare mi stiano mancando di rispetto. Ho passato anni a cercare di convincermi che non fosse così grave, ma non ce l’ho fatta. Mi fa davvero arrabbiare;
- La mattina, se non bevo almeno un paio di sorsi di caffè, non riesco a parlare e non voglio sentir parlare nessuno. Sono 38 anni che mia mamma se ne dimentica, mi parla prima del caffè e riceve rispostacce in forma grugnito;
- Ho paura dei medici, tutti i medici, indistintamente. Prima pensavo che con gli anni mi sarebbe passata, ma non è così. Ancora oggi, se devo fare una visita medica o un qualche esame o trattamento, rendo la vita impossibile a chi mi sta vicino (…oddio…a breve dovrò andare dal dentista…non fatemici pensare…che ansia);
- Il futuro mi interessa molto più del passato. Sono un’idealista, una visionaria, una progressista, una curiosa. Immagino una vita sempre piena di esperienze nuove e interessanti…
- Non sono una “viaggiatrice”. Nel senso che non potrei fare viaggi estremi, o in posti disagevoli, o sporchi, o con un bagaglio troppo scarno. Sono una buona camminatrice, questo sì, ma essere una viaggiatrice è un’altra cosa;
- Odio gli sgabelli alti in bar e ristoranti e odio i self service. In questo sono una vera snob: mangiare è una cosa seria e io voglio farlo con la dovuta calma e venendo servita;
- Dopo cena sono a dir poco una larva. Mi butto sul divano e guai a chi prova a farmi alzare un dito. Giuro. Non è cattiveria. Non ce la faccio. Prima posso fare quello che volete ma dopo assolutamente no.
- Anche se ormai in molti lo fanno, penso ancora che telefonare a casa della gente o sul cellulare a ora di pranzo sia da maleducati. Lo so. Sembro nonna. Ma che posso farci???
- Adoro leggere. Ho iniziato a sette anni e spero di non smettere mai.
- Penso che nella vita l’ironia e l’autoironia siano una dote fondamentale.
Basta…mi fermo qui…per ora. Cioè: potrei continuare ma diciamo che questo elenco è già sufficiente per conoscermi un pochino meglio…e magari decidere che questo blog non fa per voi (…speriamo di no)
E adesso, dopo cotanto dissertare, passiamo alla ricetta di oggi. Beh, si sta parlando di un compleanno. Avrei potuto preparare una bella e classica torta di compleanno. Ma non lo so…non mi andava. Mettiamola così: visto che sto maturando, ho capito che bisogna fare ciò che ci si sente, fregandose delle convenzioni sociali. A me di fare la torta non mi andava. Stop. Fine della storia. Mi andava invece di fare un buon piatto di spaghetti con le cipolle di Tropea caramellate. In questo caso la cipolla non va sfogliata ma soltanto mangiata…ed è davvero buonissima…ah, dimenticavo…
- Io amoooooo la cipolla di Tropeaaa
Spaghetti con cipolle di Tropea caramellate
INGREDIENTI (per 4 persone):
- 320 g di spaghetti
- 250 g di cipolle di Tropea
- 30 g di pistacchi tritati
- 3 cucchiai di aceto di mele
- 1 cucchiaio di zucchero di canna
- 1 pezzetto di parmigiano reggiano
- finocchietto selvatico
- 50 g di burro
- 2 cucchiai di olio evo
- sale
- pepe
…………………………
COME SI FA:
- Sbucciate le cipolle, lavatele, privatele dell’eventuale germoglio, tagliatele a spicchietti sottili e fatele rosolare a fuoco medio per 3-4 minuti in un largo tegame con il burro e 2 cucchiai di olio.
- Spolverizzate le cipolle con lo zucchero di canna, lasciatele caramellare dolcemente, unite l’aceto e, mescolando di continuo, fatelo sfumare. Salate, aggiungete i pistacchi e profumate con un cucchiaio di pepe leggermente pestato. Infine spegnete il fuoco.
- Fate cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente, versatela nel tegame con le cipolle, unitevi un paio di cucchiai di acqua di cottura della pasta e una manciata di finocchietto tagliuzzato. Saltate il tutto per qualche minuto a fuoco vivace.
- Servite la pasta con alcune scagliette sottili di parmigiano.
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