
“Vivere con leggerezza, arrivare alle cose senza pesi sul cuore. Essere disinvolti, veloci, delicati. Liberi ma non superficiali. Leggerezza come capacità di fluttuare, senza carichi, contrapposta alla pesantezza, quella sensazione di fastidio che invece tira verso il basso, fa affondare, opprime, stringendo in una morsa sempre più stretta. Sarebbe bello riuscire ad essere semplici e profondi. Lievi nel modo di essere.”
Brunella Gasperini per Psicologia 24
Oggi a casa Chiaramella prepariamo le pagnotte rustiche alle noci.
Vi ricordate il romanzo di Milan Kundera “L’insostenibile leggerezza dell’essere”? Beh…in effetti credo sia un po’ vecchiotto. Vado un attimo su Wikipedia….mmm…è del 1984. Caspita! Pensavo fosse almeno degli anni ’90! Comunque se ve lo ricordate, ottimo. Se non ve lo ricordate, vi dico in due parole che, al di là della precisa trama del romanzo, l’autore ritiene (sempre secondo quello che sinteticamente ci dice Wikipedia) che l’esistenza e le scelte che ognuno compie nella breve o lunga durata sono del tutto irrilevanti, e in ciò risiede la loro leggerezza. Il contrasto tra questa sfuggente evanescenza della vita, e viceversa, la necessità umana di rintracciare in essa un significato, si risolve in un paradosso insostenibile.
Ebbene. Detto questo, faccio un passo indietro. Così capite dove voglio arrivare. Dovete sapere che purtroppo io sono una tipa abbastanza umorale, nel senso che ho i periodi in cui sono – per dirla con una nota citazione – tre metri sopra il cielo, e altri in cui sono tre metri sotto terra.
Quando sono giù di morale, mi capita spesso di desiderare di essere diversa da come sono. In quei momenti mi sento sopraffatta dai pensieri, dai ricordi del passato, dalla paura del futuro, dal timore di fare le scelte sbagliate, dal giudizio delle persone che mi circondano. Mi sento davvero come se fisicamente portassi sulle spalle un peso, il peso dei miei anni (che onestamente non sono ancora così tanti da farmi sentire appesantita) e delle esperienze dolorose che ho vissuto.

E’ in uno di quei momenti che mi è venuto in mente il libro di Kundera. E ho pensato “Altro che leggerezza dell’essere!”. Il mio essere è così pesante da essere davvero insostenibile! Insomma: a volte, al contrario dei protagonisti del libro, i quali cercano di dare un senso alle proprie vite, io vorrei smettere di cercare questo senso, vorrei smettere di pensare minuziosamente alle scelte per il futuro o di rimuginare sugli eventi del passato, vorrei smettere di non essere sempre me stessa per tenere in considerazione il giudizio di chi mi circonda.
Vorrei essere leggera. Proprio come una foglia al vento, lasciarmi guidare, seguire la corrente e vivere la vita così, come viene, libera dal passato, dal futuro, da quelle persone brave sostanto a criticare e tirare fuori negatività. Quanto invidio le persone capaci di essere leggere! Anche perchè mi sa che la vita scorre per tutti quanti, con l’unica differenza che alcuni sfrecciano su di essa come dei surfisti, con il vento in faccia e la testa vuota da pensieri, e altri sono lì a cercare ogni volta di uscire dalle sabbie mobili e si arrovellano in un coacervo confuso di pensieri (espressione che ha fatto morire dal ridere un mio caro amico ma che qui ci sta tutta e la uso con una certa serietà).
Se i miei concetti vi sembrano un po’ confusi, vi segnalo un articolo di un sito di psicologia che curiosamente una mia amica ha postato su fb proprio negli stessi giorni in cui riflettevo su queste cose e che sostanzialmente parla di questo argomento in maniera un pochino più ordinata (se vi va di leggerlo eccovi il link: la-sostenibile-leggerezza-dell’essere )
Ma, come al solito, vi starete chiedendo: e che diamine c’entrano le pagnottelle alle noci (peraltro casualmente fotografate in un’atmosfera crepuscolare che col tema di questo post ci sta tutta)? Ma come? E’ facile! E’ risaputo che le noci contengono i grassi buoni e fanno bene al cuore! E, poiché prima che la scienza ci chiarisse ogni dubbio in merito al fatto che è il cervello e non il cuore a guidare l’intelletto e l’emotività tutti pensavano che l’anima risiedesse nel cuore, ciò significa che forse, se ci prenderemo cura del nostro cuore – anche con delle buonissime e sanissime pagnottelle alle noci -, magari troveremo l’equilibrio che desideriamo. Io voglio essere più leggera, voi magari volete essere più pesanti. Chi può dire cosa è giusto? Per ognuno l’equilibrio è un concetto diverso.
Se proprio la mia ricostruzione vi sembra un tantino stiracchiata, leggete l’articolo di cui sopra e vedetela così: “La scienza ha dimostrato che dolore emotivo e fisico coinvologono le stesse aree cerebrali, sono sofferenze diverse ma connesse in modo intrigato. E’ così che a volte appesantiamo il nostro muscolo cardiaco oppure ci ammaliamo in altri modi”.
Ad ogni modo sono sicura che, in qualunque modo la vogliate intendere, le noci vi faranno comunque tanto bene. E anche se non risolveranno le mie e le vostre pippe mentali, perlomento avremo avuto un momento di pausa. Perchè quando si addenta una pagnotta così, la mente può essere impegnata solo in quello! E allora buona degustazione a tutti! Eccovi quindi la ricetta (del bravissimo Riccardo Astolfi) delle pagnotte rustiche alle noci.

Pagnotte rustiche alle noci
…………………………
INGREDIENTI:
- 150 g di pasta madre rinfrescata
- 300 g di farina di farro integrale
- 100 g di farina 0
- 100 g di farina manitoba
- 100 g di noci sgusciate
- 2 cucchiaini di sale
…………………………
COME SI FA:
- Tritate grossolanamente le noci.
- Sciogliete la pasta madre nell’acqua. Versate in una planetaria. Altrimenti continuate a lavorare nella ciotola. Aggiungete la farina e iniziate a impastare.
- Aggiungete il sale e continuate a lavorare l’impasto fino ad ottenere una consistenza liscia e omogenea. Aggiungete le noci e impastate facendole penetrare nell’impasto.
- Fate lievitare per 4-5- ore in una ciotola coperta finchè non sarà raddoppiato di volume.
- Riprendete l’impasto e, aiutandovi con le pieghe circolari, formate 3 pagnotte.
- Disponete le pagnotte in una teglia rivestita di carta da forno e fate lievitare per altre 2 ore.
- Scaldate il forno a 250 gradi, spolverate le pagnotte con un po’ di farina, incidetele con un taglio a triangolo e cuocete per 25 – 30 minuti circa (i primi 10 minuti a 250 gradi, i successivi a 200 gradi).
* Le pieghe circolari si fanno così: si rovescia l’impasto sul tagliere infarinato. Dopo averlo leggermente appiattito formando un cerchio, si prende un punto della circonferenza con le mani, si allunga il lembo di impasto verso l’esterno e lo si richiude portandolo al centro. Poi si prende l’angolo formato alla destra e si procede nello stesso mdodo, compiendo un paio di giri in senso antiorario. Terminata l’operazione si capovolge la palla ottenuta, facendola riposare qualche minuto prima di procede alla formatura dei pani.
Ricordati di portarne una fetta in più domani! Anche io vorrei essere leggera!
A parte gli scherzi: sono fantastiche!!!!!!
"Mi piace""Mi piace"